sabato 5 dicembre 2015

Rino, lo stallone che non voleva più nessuno

Ancora una storia che ci piace leggere e raccontare: quella di Andrea Serritella e Rino, tutti e due di Salerno - anzi, ad essere precisi Rino è un rappresentante del cavallo Salernitano, che tanto successo ebbe anche come soggetto sportivo negli anni d'oro dell'equitazione italiana.
Andrea è laureto in Scienze dell'Alimentazione, Rino è figlio di Sultano delle Fiocche e insieme si sono esibiti anche all'ultima FieraCavalli di Verona: questa è la loro storia, buona lettura.

Rino e Andrea
Sono nato nel 1991 a Ricigliano, un piccolo paesino del salernitano. Sin da piccolo ho avuto una forte attaccamento alla natura ed agli animali, anche grazie a mio padre: ho cominciato ad avvicinarmi al mondo dell'equitazione a 13 anni montando proprio la sua cavalla. La decisione di acquistare un cavallo salernitano è nata perché sono sempre stato affascinato dalla grande storia equestre italiana, che narrava le grandi vittorie dei fratelli D’Inzeo e di tanti cavalli salernitani con cui avevano raggiunto grandi risultati. E in più si tratta di un cavallo appartenente alla mia stessa terra, e questo mi ha motivato ancora di più: senza contare che io ho una passione per l'Alta Scuola che proprio a Napoli ha avuto i primi importanti Maestri, che utilizzavano anche cavalli nati, allevati e selezionati qui per questo specifico lavoro.
La scelta di prendere proprio un cavallo Salernitano non è stata facile: molti mi sconsigliavano, ritenendo che per questo tipo di lavoro sarebbe stato preferibile un altro cavallo. Quando andai a vedere Rino mi dissero subito che aveva un brutto carattere, dovuto anche al fatto che veniva impiegato solamente come stallone: rischiava il macello, nessuno lo voleva più. Ma io lo vedevo da lontano: era una giornata con tanto sole, i raggi si riflettevano sul suo mantello lucentissimo, quasi dorato. Ho incrociato per un attimo i suoi occhi che erano cosi vivi, espressivi: non ci ho visto cattiveria ma solo l'espressione di chi si sente incompreso, un campione senza la possibilità di esprimere le sue potenzialità. Il pensiero che un essere così bello e nobile potesse finire al macello perché poco gestibile non ha fatto altro che aumentare il mio desiderio di averlo: e così dopo pochi giorni lo comprai.
I primi tempi furono difficili a causa del suo carattere ribelle e della mia esperienza limitata; ma con il tempo , la pazienza e soprattutto l'amore sono riuscito lentamente a fargli accettare di essere montato e a conquistare la sua fiducia. E' stato proprio grazie al suo caratteraccio che ho imparato il rispetto per il cavallo, in tanti si limitano a dire che è un animale metodico ma per me me è estremamente sensibile. Io in lui vedo un'anima, un sentimento, e secondo me è proprio la sua intelligenza a renderlo così unico e complicato.
Finché il mio comportamento era standardizzato su certi criteri e cercavo di dominarlo lui si imponeva con calci e sgroppate, diventava tutto una lotta: un giorno aveva la meglio il cavaliere, un giorno il cavallo ma non si usciva da quello schema. Poi sono riuscito a capire, e fargli capire, che dovevamo metterci fianco a fianco e guardare insieme nella stessa direzione, non sfidarci – e alla fine sono stati sempre i suoi occhi, come quando li ho visti la prima volta, che mi hanno fatto capire cosa dovevo fare.
Adesso tra di noi c’è un alchimia particolare: io conosco perfettamente lui e lui conosce perfettamente me, abito lontano e quando passiamo qualche settimana senza vederci appena mi sente corre da me e mi fa tantissime feste; anche durante il lavoro è tutto così bello, la sua voglia di lavorare e la sua calma sono impressionanti, sembra leggermi nel pensiero. Basta che io non lo annoi e lui mi dà anche l’anima.
Oggi sono fiero di aver girato l’Italia con il mio cavallo esibendomi con lui, e la partecipazione a FieraCavalli Verona per il secondo anno consecutivo mi inorgoglisce ancora di più: anche perché quest’anno ero l’unico a rappresentare la mia regione, la Campania, con un cavallo Salernitano e Rino era l’unico  presente in tutta la fiera.
Se sono riuscito a fare questo lo devo tutto a lui: mi ha fatto capire che non esiste un cavallo non adatto a fare qualcosa, ma che la sua pazienza e comprensione sono in grado di fare tutto. Mi ha insegnato il saper aspettare ed anche il saper chiedere ma anche lui è cambiato, e tanto. Da cavallo indomabile e cattivo che veniva considerato una volta è arrivato ad essere un cucciolone che cerca coccole e giochi con una dolcezza infinita.
Ora i tempi in cui le sgroppate ed i calci riempivano le giornate sono dimenticati, finalmente abbiamo formato un binomio in cui cavallo e cavaliere guardano nella stessa direzione, tanto da riuscire a lavorare perfino in libertà: senza alcuna costrizione.

Per saperne di più: il cavallo Salernitano
Le radici del Salernitano affondano in un terreno ricco. Lo stesso sul quale pascolavano le madri di Napolitani e Persano, che sicuramente vantano una bella partecipazione al patrimonio genetico dell'ultimo gioiello del nostro Sud: ma lui, il Salernitano, è un mezzosangue distinto che vede la luce attorno al 1924 per essere un buon cavallo sportivo.
La solita base di selezionate fattrici indigene viene sposata a riproduttori P.S.I. badando a selezionare cavalcabilità, elasticità, morfologia adatta a sostenere un impegno sportivo: ci voleva un cavallo che permettesse agli ottimi cavalieri italiani cresciuti nel Sistema Naturale di Equitazione di metterlo in pratica.
In pochi anni dagli allevamenti salernitani di Farina, Morese, Pastore, Conforti e tanti altri uscirono prodotti del calibro di Merano e Posillipo che sotto la sella di Raimondo D'Inzeo vinsero rispettivamente i mondiali del '56 e le Olimpiadi del '60 (entrambi figli di Ugolino da Siena, P.S.I., unico stallone insieme all'altro P.S.I. Furioso a poter vantare una figliolanza di tal successo), Fiorello, Lettera d'Amore e via elencando per arrivare sino ai più recenti campioni targati delle Fiocche.

mercoledì 2 dicembre 2015

Buon Natale!

https://www.youtube.com/watch?v=Vu3mJp-Nvt8
Auguri di Natale con questo video!

sabato 7 novembre 2015

Buca anomala: gravi due fantini

(Fotogramma) 
Tutta colpa delle vespe che, come squadre di minatori, l’anno scorso hanno scavato un nido per terra in mezzo alla pista di allenamento dei cavalli al galoppo di Trenno. Chi pensa di essere sfortunato nella vita, ha da mettersi in fila dietro il 29enne fantino Gregorio Arena e la 52enne cavallerizza inglese Paula Angel Terase: primatisti del mondo della catena di incredibili coincidenze nefaste che all’alba dello scorso 8 settembre li ha scaraventati in coma, sbalzandoli rovinosamente dai loro purosangue caduti - a distanza di tre quarti d’ora l’una dall’altro - nella stessa buca di impensabili misure (circa 40 centimetri di larghezza per 20 di profondità a pochi metri dalla torretta del traguardo) e di surreale origine. Nell’immediatezza della tragedia - per fortuna parzialmente rientrata nelle sue conseguenze ora che i due feriti sono nel frattempo usciti dal coma, l’uomo in graduale ripresa delle proprie funzionalità e la donna (all’inizio in condizioni più gravi) in lento miglioramento -, le indagini della Squadra Mobile avevano vagliato le ipotesi più disparate: l’atto doloso di un pazzo delle piste? Un ricatto sotto forma di messaggio interno all’ambiente ma mal tarato nella misura? L’incuria nella manutenzione ordinaria delle piste, che la società proprietaria Snai assicurava di rizollare il pomeriggio prima di ogni allenamento?
La consulenza tecnica, affidata dal pm Fabio De Pasquale all’archeologo forense Domenic Salsarola, adesso offre invece una risposta-choc, che, se il contesto non fosse quello di un dramma, sarebbe persino umoristica: a scavare le buche sono state le vespe. In che senso? Letterale. La «vespula germanica» è un tipo di vespa che, in colonie di migliaia di «operaie» e anche più di una sola «regina», costruisce il proprio nido in luoghi riparati dentro edifici oppure, appunto, nel terreno: autentiche architetture di cellette su cellette, che possono appunto determinare lo scavo di buche delle dimensioni e della morfologia di quella di San Siro, talmente squadrata che all’inizio molti avevano pensato non potesse che essere stata realizzata dalla pala di un uomo. Il ritrovamento di larve morte ha permesso alla consulenza di «datare» la buca: risale non a quest’anno, ma alla stagione scorsa. E sarebbe dunque rimasta invisibile a occhio nudo perché, sopra il vuoto, coperta dal ricrescere di un velo d’erba.
Se queste conclusioni della consulenza tecnica non dovessero trovare smentite in altri elementi d’indagine, ampi sarebbero i margini per una causa civile per il risarcimento dei danni, ma incerti si farebbero i confini del trattamento penale di questa vicenda. I due fantini, infatti, al momento non risultano aver sporto querela, senza la quale una ipotesi di lesioni colpose non è procedibile, salvo vi sia stata la violazione di una norma specifica della legislazione antinfortunistica (ma questo non è il caso del caschetto mancante o dell’apparecchiatura non protetta). Se mai, è possibile che gli inquirenti differenzino la valutazione del primo incidente dal secondo; e esaminino se possano essere individuate responsabilità nel fatto che, una volta verificatasi la prima grave caduta (dopo la quale tutti gli operatori e i tecnici presenti non si erano accorti della buca invisibile ma avevano avuto l’impressione che il cavallo fosse scivolato da solo), gli allenamenti non siano stati comunque precauzionalmente interrotti.

giovedì 5 novembre 2015

Furto a Fieracavalli

Verona, novembre 2015 - Fieracavalli comincia male  per Thomas Saddlery, azienda di Foiano della Chiana (Arezzo) il cui stand veronese questa notte è stata vittima di un furto in grande stile: 35 selle Equipe e tre bauli di finimenti assortiti della stessa azienda, che evidentemente i ladri avevano le idee chiare (o una wish list molto precisa).
Danni tra i 150.000 e 200.000 euro così a occhio e croce: cose che succedono spesso, troppo spesso.
La domanda che gira tra gli espositori è: chi sarà il prossimo?
Specifichiamo che informazioni e dati che vi abbiamo riferito ci sono stati comunicati dalla proprietà dell'azienda, e ricordiamo che l'incauto acquisto è un reato.

sabato 31 ottobre 2015

Cavalli abbandonati dopo la morte della padrona: interviene al forestale


La guardia forestale è intervenuta per compiere il sequestro, per maltrattamenti, di nove cavalli a Rignano sull’Arno, nella provincia di Firenze.
Il corpo della forestale è intervenuto data una segnalazione dell’associazione Italian Horse Protection (IHP) poiché era stata trovata una cavalla agonizzante e altri cavalli in condizioni pietose, senza acqua e cibo a sufficienza.
I nove cavalli appartenevano a una donna deceduta in luglio e l’IHP ha prestato i primi soccorsi ai poveri animali.
L’associazione ha dato le prime cure e ha fatto recapitare una fornitura di fieno.
Con l’aiuto del Comune di Rignano e dei volontari della Vigilanza Antincendi Boschivi i cavalli hanno avuto acqua in abbondanza.
La forestale, insieme alla Procura, svolge accertamenti per stabilire le responsabilità e chi doveva prendersi cura degli animali e non ha adempiuto al proprio compito.
I nove cavalli sono sopravvissuti, fino a oggi da luglio, grazie a delle persone che volontariamente gli hanno dato fieno e acqua anche se non in maniera appropriata.

Sanremo: spostati al Campo Ippico cinque cavalli


Sono stati spostati al Campo Ippico del Solaro i cinque cavalli del Parco Naturale San Romolo/Monte Bignone. Un trasferimento poco più di due mesi che peserà sulle casse comunale per 8.469,76 euro relativi al servizio di alloggiamento dei cinque cavalli. Una spesa alta, ma a questo punto inevitabile, vista l'impossibilità dell'Amministrazione comunale di gestire direttamente gli animali che sono stati trasferiti il 23 ottobre, e che resteranno presso il Campo Ippico del Solaro fino al 31 dicembre.
Una vicenda, quella del maneggio di San Romolo, che sta pesando fortemente sulle tasche comunali, soprattutto da quando l'azienda monegasca ‘Leoni Ludovica’, che si era aggiudicata il servizio di gestione del maneggio e delle escursioni a cavallo nel Parco Naturale di San Romolo-Monte Bignone nell’entroterra di Sanremo per 12 anni, ha abbandonato la struttura.
L'Amministrazione si è così fatta carico dei cinque cavalli presenti, provvedendo al trasferimento presso il Campo Ippico del Solaro dove non è escluso si possano svolgere le stesse attività che erano state previste per il maneggio della frazione dell'entroterra, al di fuori delle normali gare ed allenamenti che vengono svolti. Questo, però, resta ancora da valutare, per ora i cavalli resteranno al Campo Ippico, in attesa che venga presa una decisione in merito all'utilizzo della struttura, soprattutto nello sviluppo dell'entroterra dal punto di vista sportivo.

mercoledì 28 ottobre 2015

La Collina dei Cavalli ha bisogno di aiuto

La Collina dei Cavalli di Angelo Faletta, quello che doveva essere il primo parco equino d’Italia arranca per la mancanza di fondi e ha meno cavalli di quanti vorrebbe ospitarne.
Nel parco di 12 ettari di terreno in Emilia Romagna sono passati una trentina di cavalli che hanno vissuto liberi, senza essere sellati, ritrovando una nuova vita dopo anni di corse o anche maltrattamenti.
Tra gli ospiti c’è Sirio, purosangue argentino di colore bianco portato alla Collina dei Cavalli dalle pampas; c’è Mary, col fianco maculato di grigio, che, essendo stata investita da un’automobile che le causò una lesione al bacino, doveva essere soppressa ma ha trovato nuova vita nel parco dando anche alla luce un puledro.
Il parco ospita anche un ex trottatore che non ha più potuto gareggiare in seguito a un’infezione e un’asina destinata al macello che ha compiuto 30 anni.
Il mantenimento di questi animale è, però, molto costoso e adesso la Collina ospita solo sei esemplari a carico di Faletta e della sua famiglia.
Inizialmente il proprietario chiedeva una donazione di 5.000 euro per ogni esemplare così da sostenere una parte delle spese. I cinquemila euro sarebbero stati la somma pari alla spesa di mantenimento per un cavallo per circa tre anni, attesa di vita media dei cavalli portati alla Collina. Poiché i cavalli stanno bene nel parco, la loro aspettativa di vita si allunga di molto, anche di 10 anni.
In sintesi, la famiglia paga tutte le spese e quindi la Collina dei Cavalli non può accettare altri animali, anche se potrebbe.
Le richieste sono tantissime e il proprietario sostiene che se si trovasse l’appoggio di enti pubblici o di sponsor privati, la collina sarebbe in grado di accogliere molti più animali poiché molti in Italia sono quelli che vogliono regalare ai propri amici animali una seconda vita e non sono tutti in grado di mantenerli fino alla morte naturale
Secondo Faletta l’Italia avrebbe la necessità di un parco equino, di una riserva protetta, dove poter dare ai cavalli la loro libertà.
Per maggiori informazioni su “La Collina dei Cavalli” segui il link: http://www.animali.net/la-collina-dei-cavalli-il-primo-parco-equino-d-italia

Cavalli in fuga bloccati dalla polizia

A Signa, nella provincia di Firenze, dei cavalli in fuga sono stati bloccati dalla polizia municipale.
I cavalli sono fuggiti dato un taglio nella rete del loro recinto.
Gli agenti della polizia municipale di Signa sono intervenuti intorno all’ora di pranzo nella giornata del 24 ottobre in via Madre Teresa di Calcutta, in seguito a delle segnalazioni giunte da diversi automobilisti.
Erano due i cavalli che passeggiavano tranquillamente per la carreggiata mettendo a rischio la loro incolumità come quella degli automobilisti.
I cavalli si stavano spostando lentamente verso via dei Colli, strada molto trafficata, incrementando la possibilità di farsi e fare male a qualcuno.
La polizia municipale è intervenuta in maniera rapida in via Madre Teresa riuscendo a fermare i due animali.
Mentre la polizia municipale interveniva per bloccare i due cavalli si è anche rintracciato il proprietario così che potesse recuperare gli animali.
La fuga degli animali è stata provocata da un taglio nella recinzione del loro recinto. Adesso bisogna capire se lo squarcio sia stato provocato volontariamente per tentare un furto o sia stato un atto vandalico.

Bus travolge cavalli a Rieti

Tanta paura e un bilancio che parla di un ferito lieve, 15 cavalli morti e un bus gravemente danneggiato. Sul mezzo c'erano tre persone, una delle quali era la figlia dell'autista. Nell'impatto l'abitacolo del mezzo si è deformato e per estrarre il conducente è stato necessario l'intervento dei vigili del fuoco del distaccamento di Posta.
Stando alle testimonianze, un branco di oltre 50 cavalli, appartenenti ad un'azienda agricola di proprietà di una donna residente in zona, avrebbe invaso la strada che porta a Terzone lanciandosi al galoppo senza controllo. Guardando alla storia della Cotral in provincia di Rieti, non risulterebbero incidenti di questo tipo negli ultimi 25 anni.
 
L'INCIDENTE
Tutto è accaduto poco prima delle 20.30. Il bus partito da Rieti alle 19.10 stava per terminare la sua corsa a Terzone. Subito dopo una curva all'altezza del bivio per Sangiovenale, a tre chilometri dal capolinea, l'autista si è trovato di fronte una mandria di cavalli al galoppo che puntava diretta contro il muso del bus.
L'uomo ha eseguito una manovra complessa, cercando di frenare e, al tempo stesso, di rimanere sulla carreggiata, visto che la strada corre lungo un dirupo. Impossibile evitare l'impatto, con alcuni cavalli che sono finiti sotto la vettura mettendone a rischio la stabilità, mentre altri sono restati a terra lungo la strada. Nello scontro non ci sono state conseguenze né per i passeggeri, né per l'autista, anche se quest'ultimo è rimasto bloccato tra le lamiere deformate.
 
I SOCCORSI
L'allarme è scattato immediatamente e sul posto sono arrivati i vigili del fuoco che hanno estratto l'autista dal bus. Necessario anche l'intervento di veterinari, che hanno soppresso alcuni cavalli feriti nell'impatto e restati agonizzanti sulla strada. Per rendere di nuovo percorribile la strada sono state necessarie alcune ore, con l'arrivo di mezzi per il recupero delle carcasse degli animali e di un traino speciale per lo spostamento del bus, pesantemente danneggiato e allo stato attuale inutilizzabile.
L'autista è stato trasportato in ambulanza al de Lellis ed è stato dimesso in nottata. I rilievi dell'incidente sono stati effettuati dai carabinieri della zona, che sono risaliti ai proprietari degli animali. I cavalli apparterrebbero ad una azienda agricola del leonessano, di proprietà di una donna che risiede nella zona. Non è chiaro il motivo per il quale gli animali non fossero all'interno di un'area recintata e come sia stato possibile che una mandria di 50 esemplari fosse al galoppo su una strada percorsa da bus e auto.

mercoledì 21 ottobre 2015

Un cavallo attraversa la strada: impatto inevitabile



Un cavallo attraversa la strada improvvisamente e viene investito da un’automobile, è avvenuto a Mogliano nella provincia di Treviso.
Nei pressi di Villa Braida un cavallo scappato durante la notte dal proprio box è stato investito da un’autovettura.
Nonostante l’automobilista che si è visto spuntare il cavallo in mezzo alla strada abbia cercato in tutti i modi di evitarlo frenando, l’impatto con l’animale è stato inevitabile.
L’incidente è avvenuto intorno alle 7 del mattino e il cavallo è morto sul colpo.
Nell’impatto, il cavallo è stato leso mortalmente. L’automobile è rimasta gravemente danneggiata. Fortunatamente l’automobilista è rimasto illeso.
Sul posto dell’impatto sono intervenuti i veterinari dell’ASL ma purtroppo per il cavallo non c’è stato nulla da fare, l’animale era già morto.
I carabinieri di Mogliano hanno raggiunto il post per ricostruire i fatti e il percorso effettuato dal cavallo così da trovarne il proprietario.
Il cavallo, in base a quanto ricostruito, sarebbe scappato dal suo box nel corso della notte per raggiungere la zona di Villa Braida, dopo aver vagato nelle campagne.

Avelignesi fanno passeggiata notturna

Una famigliola di cavalli avelignesi ha fatto una passeggiata notturna dopo essersi allontanata dal proprio recinto per una falla nella recinzione, è avvenuto tra Agordo e La Valle nel bellunese.
I cavalli pascolavano lungo la strada 347 del Passo Duran, tra Agordo e La Valle.
I quattro cavalli sono stati visti da una pattuglia dei carabinieri intorno alle 24. I carabinieri hanno allertato i vigili del fuoco di Agordo per permettere il recupero degli animali.
I quattro avelignesi erano un maschio, una femmina e due puledri.
I vigili del fuoco hanno recuperato i quattro cavalli e li hanno restituiti al proprietario, allevatore della zona, così che li potesse riportare nella stalla.
Verificando la motivazione per la quale i quattro cavalli si trovavano in strada, si è scoperta la presenza di una falla nella recinzione della zona entro la quale i cavalli pascolavano.
I cavalli hanno forse forzato la falla dopo uno spavento dovuto al cattivo tempo.

12 cavalli sverniciano un'auto a linguate

Tutto questo costa alle compagnie britanniche di assicurazioni il corrispettivo di quasi 1,4 milioni di euro ogni anno. Infatti, secondo una ricerca della compagnia di assicurazioni Saga riportata dal magazine Auto Express, sono numerosissimi gli episodi in cui cavalli, bovini e perfino oche hanno causato gravi danni alle automobili o altri veicoli a motore.
È recente il caso, per esempio, di una dozzina di cavalli che nel Dartmoor National Park nel Devon si sono dedicati alla 'pulizià con la lingua della carrozzeria di un ignaro automobilista che aveva parcheggiato la sua vettura nelle vicinanze di un prato. Al suo ritorno la vernice era così rovinata che il conto del carrozziere ha superato i 1.600 euro.
Dei 500 casi di rimborsi che vedono come 'contropartè uno o più animali, Auto Express cita poi lo sconquasso creato da una mucca in fuga in un parcheggio (1.100 euro), quello di un'anatra che, in volo sotto alla volta di un ponte, si è scontrata in pieno con un'auto (2.000 euro) o, ancora, di un gatto rifugiatosi pericolosamente nel vano motore che ha provocato gravi danni alla meccanica (5.400 euro).
Roger Ramsden, CEO di Saga Services, ha invitato dalle pagine di Auto Express a tenere un comportamento molto attento quando si guida o si posteggia in zone dove gli animali sono liberi - consiglio che vale evidentemente anche per molte parti dell'Italia - ma ha ammesso che «è praticamente impossibile prevedere il momento in cui ci si imbatte nel volo a bassa quota di un'anatra o nel guizzo di un cervo selvatico».

domenica 18 ottobre 2015

Cavallo impaurito ad Agropoli

Tensione e sgomento quando un cavallo impaurito si è scagliato contro una turista svizzera ad Agropoli, nel Cilento, nella provincia di Salerno.
La donna, di origine svizzera, era in auto quando si è trovata davanti alcuni cavalli vaganti in strada.
Il fatto è avvenuto nelle vicinanze della località Madonna del Carmine, in località Cannetilello, ad Agropoli dove già diverse volte è stata segnalata la presenza di cavalli incustoditi per strada.
I cavalli, liberi e senza padrone, si sono scontrati con l’automobile della turista svizzera.
Uno dei cavalli, spaventamento dalla presenza dell’automobile, si è scagliato impaurito contro la macchina ed è rimasto ferito.
Il cavallo ha causato diversi danni alla carrozzeria dell’automobile.
La donna svizzera è rimasta molto scossa ma fortunatamente non ha riportato alcun danno.
Nonostante la turista abbia telefonato al Comando dei Vigili Urbani per una richiesta d’intervento, nessuno ha risposto e la donna svizzera si è recata presso il Comando dei Carabinieri autonomamente per aiuto e per formalizzare la situazione.
Per di più, poiché non si può risalire al proprietario degli animali lasciati incustoditi, la turista dovrà prendersi carico di tutte le spese concernenti i danni che l’automobile ha riportato.
Poteva esserci una vera e propria tragedia.
Quante altre persone dovranno scontrarsi con i cavalli ad Agropoli?
Quanti altri cavalli dovranno farsi male prima che si prendano dei seri provvedimenti?
Segnalazioni, richieste di soccorso, giungono continuamente, ma una soluzione definitiva al problema dei cavalli liberi ad Agropoli ancora non è arrivata.

venerdì 16 ottobre 2015

I sensi del cavallo



UDITO
L’udito nel cavallo è molto sviluppato: con esso percepisce ciò che gli sta accadendo intorno. Le sue orecchie svolgono anche la funzione di dare l’equilibrio all’animale, si muovono in continuazione cercando di captare i suoni. Il suo cervello li elabora e memorizza associandoli a diverse situazioni; piacevoli come il rumore della carriola che porta il cibo o spiacevoli come un suono improvviso e non identificabile che lo innervosisce. Anche se il cavallo che vive con l’uomo sentendosi protetto è meno attento alle sollecitazioni uditive esterne rispetto a quello che vive allo stato brado, per i suoni che lo trovano protagonista ha un’ottima memoria. Sa riconoscere la differenza tra voce umana ed animale, e soprattutto sa individuare e comprendere la voce del padrone. Se si associa l’azione ad un comando, in futuro potrà bastare il solo comando senza l’azione. Ricordatevi però di premiarlo con una carezza o del cibo quando vi ubbidirà. Dell’udito di quest’animale non sappiamo ad ogni modo ancora abbastanza, e l’unico animale che all’interno dell’orecchio presenta un’appendice cieca chiamata tasca gutturale di cui non se ne conosce la funzione. Con le orecchie, esprime anche i suoi stati d’animo che ci possono far comprendere quando ci avviciniamo all’animale cosa sta cercando di comunicare. A ) Orecchie in avanti, capo alzato, interesse per ciò che lo circonda ma anche stato di allerta. B ) Orecchie perpendicolari alla testa, tranquillità, curiosità ed attenzione. C ) Orecchie in dietro accompagnate da labbra tirate, indicano ira e forte disagio. D ) Orecchie in avanti con muso alzato, cerca di comprendere, scruta e valuta. E ) Orecchie rilassate, aperte, è tranquillo e non presenta timore. F ) Orecchie tirate in dietro, paura e disagio.


VISTA
Di solito siamo portati ad avvicinare un cavallo dal davanti pensando che così ci possa vedere meglio, sbagliato! Ha gli occhi posti lateralmente, quindi preferisce essere accostato di lato. Anche accarezzarlo sulla testa è errato, questo tende ad irritarlo e spesso si ritira con un moto di fastidio. La vista per il cavallo rappresenta uno dei sensi più importanti, ha occhi grandi, pensate che sono di volume doppio rispetto a quelli dell’elefante. Sono occhi che vedono molto bene di notte, talmente bene che ci porta a credere che sia un’animale notturno. La verità è che è sia diurno sia notturno, è un’animale che è sempre all’erta, ed alterna il suo riposo in varie ore della giornata. I suoi occhi essendo posti ai lati della testa hanno una visuale di 350 gradi, le pupille hanno un campo panoramico e controlla ogni cosa anche senza voltarsi, avendo la vista monoculare. Com’esempio vi porto la nostra vista. Se noi vediamo un’ombra con la coda dell’occhio ci dobbiamo voltare per metterla a fuoco avendo una vista binoculare, cioè dobbiamo guardare con tutte e due gli occhi, mentre il cavallo con un solo occhio può tranquillamente vedere cosa gli passa accanto, senza muovere la testa. Solo in un caso è costretto ad usare la binoculare ed è quando guarda davanti a se. La vista monoculare permette una visuale più ampia, però purtroppo appiattisce le cose e non dà la giusta profondità, per questo il cavallo non sa calcolare la vicinanza di un oggetto, se poi è costretto ad usare la binoculare che ha inferiore alla nostra, questa gli crea dei punti visivi morti sia davanti a lui sia dietro, per questo è importante non avvicinarsi da queste angolature, una carezza o un movimento improvviso possono spaventarlo enormemente fino a farlo fuggire, e fuggendo può non vedere dove sta andando. Per verificare questa sua particolarità basterà porgergli la mano, noterete che alzerà la testa, poi la riabbassa e cercherà di guardare con un occhio solo per vedere meglio. Sembra, anzi è praticamente certo che possa distinguere alcuni colori come; il verde, il rosso, il giallo, o l’arancione. Fino a che distanza possano vedere si sa con meno sicurezza, sembra che in una sfida fatta tra cavalieri, in cui si cercava di dimostrare da quanto lontano potessero riconoscere il padrone i cavalli li individuavano anche da quattrocento metri, probabilmente più che vederli nitidamente riconoscevano le movenze.


ODORATO
Se ci avviciniamo ad un cavallo, possiamo notare che uno dei suoi primi movimenti è di portare il muso in avanti per odorarci, in questo modo sa se gli stiamo portando del cibo, se siamo amici, ma odorandoci cerca anche di stabilire un rapporto con noi. Tra loro usano odorarsi per conoscersi o riconoscersi, e si salutano facendo uno sbuffo. Potete fare nello stesso modo quando vi avvicinate ad un cavallo, soffiategli leggermente sulle narici come fanno loro, potrete stabilire un contatto migliore. Il loro odorato non è sviluppato come quello di un cane ma è superiore al nostro, ed è adatto alle sue esigenze, può captare l’avvicinarsi di un predatore, lo aiuta a identificare il cibo, e gli permette di socializzare con i propri simili, riconoscendoli o a stabilire se è il periodo adatto per l’accoppiamento, ma anche decidere se l’odore di una persona o animale gli piace o no, questo può renderglielo simpatico o antipatico. Quando fiuta cerca di forzare l’aria attraverso le cavità nasali, in questo modo può esaminare tutte le sostanze volatili fino a farle giungere al bulbo olfattivo posto nel cervello, che è anche connesso al gusto. Il suo apparato olfattivo comprende anche un organo particolare chiamato Jacobson, che aumenta la capacità olfattiva e la cui funzione sembra connessa alla ricerca nell’aria dei ferormoni, sostanze emesse da un animale per comunicare, quando, infatti, vediamo un cavallo che fa il “flehmen, si dice anche che “stalloneggia”, e consiste nell’innalzamento della testa con le labbra arricciate e la bocca aperta, lo fa per inalare più aria, cercando i ferormoni, ed anche se è un atteggiamento che si nota soprattutto negli stalloni, ma non pare sia legato al sesso.


GUSTO
Il gusto del cavallo è identico a quello umano, e sa riconoscere l’amaro, il dolce, il salato e l’acido, non si sa però con quale intensità li percepisce. La preferenza di un sapore ad un altro è una questione di scelta di gusto se preferite, come accade agli uomini, ma è ovvio che un animale brado avendo più bisogno di contenuti nutritivi nei cibi abbia preferenze diverse da quello allevato in stalla che può permettersi delle preferenze legate anche alla golosità. In ogni modo poiché i cavalli non possono vomitare, probabilmente sia con l’odorato sia con il gusto sono in grado di distinguere con sicurezza tra alimenti buoni o pericolosi.


TATTO
Ultimo e non per questo meno importante è il senso del tatto che è sia tattile, ed è evidenziato dalla presenza dei peli come quelli del naso paragonabili alle vibrisse del gatto, sia termico e dolorifico, chi non ha visto avvicinando un cavallo come reagisce al posarsi di un insetto sulla pelle, lo vedremmo muoversi rapidamente per toglierselo di dosso: ai cavalli poi piace molto toccarsi, grattarsi, farsi grattare strigliare, il contatto stabilisce anche un rapporto fra simili o padrone.

Lo zoccolo del cavallo

Lo zoccolo del cavallo e delle altre specie del genere Equus è la scatola cornea che ricopre la terza falange, l'osso navicolare e la porzione distale della seconda falange. Il noto detto No hoof, no horse (niente zoccolo, niente cavallo) esprime con efficacia l'importanza cruciale della salute e della robustezza dello zoccolo per il benessere e l'usabilità del cavallo stesso.
Sia gli equini selvatici che gli equini inselvatichiti possiedono zoccoli di straordinaria solidità e salute, che permettono qualsiasi andatura su qualsiasi tipo di terreno; è interessante notare che il Mustang nordamericano non è una razza, ma un insieme di molte razze di cavalli, e quindi la robustezza potenziale dello zoccolo è un tratto comune a molte, e forse a tutte, le razze equine domestiche.
Il recente Barefoot movement sostiene che tale robustezza potenziale può essere recuperata anche nel cavallo domestico, con appropriate tecniche di pareggio e di gestione, rendendo così inutile la tradizionale ferratura.


Cenni di anatomia dello zoccolo del cavallo

Zoccolo sferrato, vista laterale. Nel dettaglio: corona (1), muraglia (2), punta (3), quarto (4), tallone (5), glomo (6), piccolo pastorale o seconda falange (7)
Lo zoccolo del cavallo è costituito da una serie di strutture costituite da materiale corneo, di diversa durezza ed elasticità; ricopre la sottostante struttura scheletrica, costituita dalla terza falange digitale, chiamata osso triangolare per la sua forma. In alto, il limite fra cute coperta di pelo e zoccolo prende il nome di corona, ed ha una forma circolare inclinata obliquamente verso il basso dall'avanti all'indietro. Dalla corona, origina la superficie esterna dello zoccolo, l'unghia vera e propria, chiamata muraglia; a causa dell'inclinazione della corona, la muraglia è molto più lunga anteriormente (punta della muraglia), di lunghezza intermedia nella parte laterale (quarti della muraglia) e ha la lunghezza minima nell'estremità postero-laterale (talloni). La muraglia non avvolge completamente lo zoccolo; i talloni sono infatti separati da una struttura duro-elastica, di consistenza analoga alla gomma dura, chiamata fettone. Al di sopra della corona, in corrispondenza dei talloni e del fettone, lo zoccolo presenta due bozze leggermente rilevate, ovalari, chiamate glomi.


Zoccolo sferrato, vista dal fondo. Dettagli: perioplio del tallone (1), glomo (2), fettone (3), lacuna centrale (4), lacuna collaterale (5), tallone (6), barra (7), angolo di inflessione (8), muraglia pigmentata (9)(strato esterno), muraglia non pigmentata (10) (strato interno), linea bianca (11), punta del fettone (12), suola (13), punta dello zoccolo (14), guida per la misura della larghezza (15) (linea azzurra tratteggiata), quarto (16), guida per la misura della lunghezza (17) (linea azzurra tratteggiata)
Se si solleva lo zoccolo, e se ne esamina la superficie inferiore, è possibile notare che la muraglia, tutt'attorno, ne costituisce il margine esterno. Più all'interno, è molto evidente la forma del fettone, triangolare, con la punta rivolta in avanti; al margine del fettone si osservano due fessure, di profondità crescente dall'avanti all'indietro, chiamate lacune collaterali. Si noti anche che la muraglia, in corrispondenza dei talloni, si ripiega bruscamente all'interno e continua al di sotto dello zoccolo, delimitando la faccia esterna delle lacune collaterali e spingendosi per vari centimetri in avanti, parallelamente al fettone; queste ripiegature prendono il nome di barre. Lo spazio compreso fra la muraglia esterna e le strutture centrali (barre, lacune collaterali, fettone) è riempito di materiale corneo di consistenza variabile, chiamata suola.
Si noti infine che, tutt'attorno alla corona, la muraglia è coperta, per un paio di centimetri, da un sottile strato di materiale corneo opaco, che verso il basso sparisce rivelando la superficie liscia e lucida della muraglia. Si tratta del perioplio. Nella parte posteriore dello zoccolo, il perioplio è più spesso, assume una consistenza gommosa analoga a quella del fettone, ricopre buona parte della superficie esterna dei talloni e si fonde con la parte posteriore del fettone.

Caratteristiche meccaniche e funzioni delle varie parti della superficie dello zoccolo

La muraglia
La muraglia va immaginata come una robusta "armatura" che riveste e protegge le strutture interne sensibili dello zoccolo, analogamente all'esoscheletro degli insetti, e come quello svolge anche una funzione di supporto del peso e di dissipazione delle forze statiche e dinamiche. La sua consistenza è tenace ed elastica, abbastanza simile a quella di una lastra di teflon; lo spessore varia da circa 6 a circa 12 mm. Ad un esame più attento, risulta costituita da tre strati sovrapposti: dall'esterno all'interno, lo strato pigmentato, lo strato non pigmentato e la linea bianca.
Lo strato pigmentato viene prodotto in corrispondenza della corona, e il suo colore corrisponde al colore del pelo immediatamente adiacente alla corona stessa; se il pelo della corona presenta macchie, ognuna delle macchie si trasforma, nella muraglia, in una striscia pigmentata parallela, che si estende verso il basso evidenziando la direzione della crescita della muraglia (zoccolo striato). Ha prevalentemente una funzione di protezione, e le sue caratteristiche meccaniche la rendono inadatto a svolgere una funzione di supporto del peso; nel punto in cui tocca il suolo, tende a scheggiarsi e a slabbrarsi.
Lo strato non pigmentato non viene prodotto dalla corona, ma dal corion, ossia dallo strato vivo di tessuto sottostante alla muraglia; strati successivi di materiale corneo vengono pertanto aggiunti alla muraglia, man mano che questa, crescendo, si sposta verso il terreno. Lo spessore dello strato non pigmentato quindi cresce progressivamente dall'alto al basso, ed alla fine raggiunge i 2/3 circa dello spessore totale della muraglia. Dotato di ottime caratteristiche meccaniche, è deputato alla funzione di supporto e resiste molto bene al contatto con il suolo.
La linea bianca è lo strato più interno, di consistenza più tenera e di struttura fibrosa; ha un colorito giallastro ed emerge sulla superficie inferiore dello zoccolo come un sottile confine fra la muraglia e la suola. La linea bianca rappresenta il punto di congiunzione fra la muraglia e le strutture interne sensibili dello zoccolo; ogni alterazione visibile della linea bianca indica una alterazione delle delicate, ed importantissime connessioni che "legano" la muraglia ai tessuti ed allo scheletro sottostante, e un'analoga alterazione del corion. A causa della sua consistenza piuttosto ridotta, va incontro ad una rapida usura nel punto di affioramento, e si riconosce, in realtà, come un sottile solco fra muraglia e suola, spesso contenente terra o granelli di sabbia.
I tre strati della muraglia sono fusi in un'unica massa e crescono insieme verso il basso. Se la naturale usura non li consuma regolarmente, con il tempo finiscono per sporgere dal piano della suola di molti millimetri o anche - in caso di trascuratezza del proprietario - di molti centimetri.
La muraglia costituisce il punto d'appoggio del ferro, e i chiodi vengono applicati obliquamente, entrando dalla linea bianca e attraversando verso l'esterno i vari strati, per emergere dallo strato pigmentato a 15–20 mm dal margine inferiore dello zoccolo.

Il fettone
Il fettone è una struttura triangolare, con la punta in avanti, che si estende per circa 2/3 della lunghezza della suola, a partire dall'estremità posteriore della suola. Il suo spessore cresce in senso antero-posteriore, e posteriormente sfuma nel perioplio dei talloni. Centralmente, presenta un solco chiamato lacuna centrale, che si estende posteriormente verso l'alto, separando in parte i glomi.
Ha un colore nerastro, e una particolare consistenza gommosa, indizio della sua funzione di "ammortizzatore elastico" e di "punto di presa" su superfici dure e potenzialmente scivolose. Cresce verso il basso e, nel cavallo stabulato, si consuma per fenomeni di degradazione batterica, più che per vera e propria usura. Nel cavallo domestico la sua superficie inferiore appare quindi spesso sfrangiata, molle e irregolare.
Anatomicamente, è l'equivalente della punta delle dita dell'uomo.
La suola
La suola, in genere bianco-giallastra, meno frequentemente debolmente pigmentata, riempie tutto lo spazio all'interno del margine inferiore della muraglia. In profondità, la suola è costituita da un materiale traslucido, ceroso, chiamato "suola viva" o "suola buona". In superficie, la suola assume consistenza variabile in funzione della presenza o dell'assenza del contatto con il suolo e dal movimento. Se il contatto manca (per eccessiva lunghezza delle muraglie, presenza del ferro o scarso movimento) la superficie della suola assume un aspetto farinoso e friabile, facilmente asportabile grattandola leggermente; se invece il contatto è presente, e il movimento adeguato, la suola si compatta in un materiale molto duro, liscio, lucido (callo della suola), di consistenza poco inferiore a quello della muraglia, con un fenomeno sostanzialmente analogo alla formazione della callosità delle piante dei piedi scalzi e delle zone più stimolate del palmo delle mani nell'uomo.

Le barre
Originano dalla muraglia dei talloni, con un brusco angolo all'interno e in avanti chiamato angolo di inflessione, e decorrono parallelamente al margine posteriore del fettone delimitando esternamente la lacuna collaterale. Hanno una struttura in tre strati, analoga a quella della muraglia esterna, e un'analoga consistenza. Normalmente pressoché verticali, in caso di crescita eccessiva tendono a ripiegarsi verso l'esterno, adagiandosi sulla superficie della suola e talora venendone apparentemente inglobate.

Le strutture interne

Sezione sagittale di uno zoccolo naturale, non ferrato. Rosa: tessuti molli; grigio chiaro: ossa (falangi e navicolare); azzurro: tendini; rosso: corion vivo; giallo: cuscinetto plantare; grigio scuro: fettone; arancio: suola; marrone: muraglia)
La terza falange (osso triangolare), completamente coperta dallo zoccolo, ha una forma semilunare, concava in basso; la superficie esterna corrisponde alla parte anteriore della muraglia. Fra il triangolare e la muraglia, il corion vivo, il "letto ungueale" che costituisce la parte viva della muraglia ed è formato dalle "lamine", strutture dermoepidermiche riccamente vascolarizzate che, fra l'altro, permettono la stretta connessione fra triangolare e muraglia. . Nella parte posteriore dello zoccolo, fra i talloni, il fettone e le strutture più profonde è interposto il cuscinetto plantare, costituito da tessuto fibroadiposo nel puledro, destinato a trasformarsi in robusto tessuto fibrocartilagineo nel cavallo adulto sano. Più in profondità, il tendine flessore profondo, che si connette al triangolare dopo aver superato l'osso navicolare, che funge da "puleggia".

Il meccanismo dello zoccolo

Impronte di zoccoli sferrati sulla neve. A sinistra, l'anteriore, più rotondo. Notare l'ampio contatto delle strutture dello zoccolo con il suolo.
Lo zoccolo non è una struttura rigida, ma elastica e flessibile; la deformazione fisiologica dello zoccolo caricato dal peso prende il nome di elaterio.
Per comprendere come tale movimento avviene, è necessario notare che la superficie inferiore dello zoccolo non è piana, ma è incavata a coppa; l'incavo, di profondità variabile attorno a 1-1,5 cm, raggiunge la massima profondità in corrispondenza dell'apice del fettone. Oltre che essere incavato, lo zoccolo di conformazione naturale ha il margine inferiore ed esterno, costituito dalla muraglia, arcuato dall'avanti all'indietro; appoggiato al suolo senza carico, lo tocca solo in corrispondenza della punta e dei talloni, e ne resta sollevato nella zona centrale.
I punti di contatto dello zoccolo su una superficie dura e liscia, senza carico, prendono il nome di punti di contatto attivo. Poiché la suola reagisce al contatto con il suolo trasformandosi in "callo", ossia diventando più dura, i punti di contatto attivo in corrispondenza della punta non sono visibili come aree di maggiore usura, ma piuttosto come punti leggermente sporgenti della superficie.
Sotto carico, lo zoccolo si deforma in modo complesso. L'arco plantare si appiattisce, la concavità plantare si riduce, e i talloni si allontanano uno dall'altro. Il diametro dello zoccolo aumenta; lo zoccolo assume la sua configurazione dilatata. Al suo interno, l'osso triangolare si abbassa leggermente spostandosi rispetto alla muraglia. Da notare anche che la deformazione sotto carico causa una depressione all'interno dello zoccolo, subito compensata da un afflusso sanguigno (fase di diastole).
Quando il carico cessa, lo zoccolo riassume elasticamente la sua forma contratta, la pressione al suo interno aumenta e ne consegue l'efflusso del sangue (fase di sistole).
Queste deformazioni si ripetono ad ogni passo, e, durante il movimento, sono rese più complesse dal fatto che il punto di massimo carico varia durante l'avanzamento del passo. Infatti, si trova a livello del tallone nel momento dell'atterraggio dello zoccolo sul suolo, per portarsi poi in avanti e concentrarsi sulla punta, nel momento della massima spinta in avanti, e immediatamente prima dello stacco (breakover) dal suolo.
Durante la fase di carico, molte aree dello zoccolo toccano il suolo (aree contatto "passivo"). Nel caso frequente che il suolo non sia liscio e rigido, ma deformabile o irregolare, il contatto passivo avviene in qualsiasi punto della superficie inferiore (muraglia, suola, barre, fettone), con la sola eccezione delle parti più profonde delle lacune collaterali.
Il meccanismo dello zoccolo favorisce la circolazione sanguigna all'interno dello zoccolo stesso ed inoltre contribuisce all'efficienza della circolazione generale, incrementando il ritorno venoso al cuore con conseguente aumento della gittata cardiaca.

Anatomia del cavallo



LA TESTA



Testa Profilo
1- Ciuffo e fronte
2- Tempia
3- Regione sopraobitale
4- Regione dell'occhio
5- Dorso del naso
6- Narice
7- Labbra
8- Orecchio
9-Nuca
10- Ragione parotidea
11- Gola
12- Piatto della guancia
13- Ganascia
14- Tasca della guancia
15- Barbozza

Testa fronte
1- Orecchio
2- Regione sopraorbitale
3- Regione dell'occhio
4- Dorso del naso
5- Narice
6- Labbro superiore
7- Nuca
8- Ciuffo
9-Tempia
10- Fronte
11- Palpebre
12- Guancia
13- Punta del naso

LO SCHELETRO


1 - Mascella inferiore
2 - Denti molari
3 - Osso Nasale
4 - Osso parietale
5 - Osso occipitale
6 - Atlante
7 - Epistrofeo
8 - Vertebre cervicali (n.7)
9 - Vertebre dorsali (n.18)
10 - Vertebre lombali (n.6)
11 - Vertebre sacrali (n.5)
12 - Vertebre coccigee (n.15/20)
13 - Costole (n.36, 18 per parte)
14 - Scapola
15 - Omero
16 - Radio
17 - Olecrano
18 - Ossa del carpo
19 - Ossa del metacarpo o stinco
20 - Metacarpale accessorio
21 - Sesamoidei
22 - Prima, seconda e terza falange
23 - Lleo
23a - Ischio
23b - Pube
24 - Femore
25 - Rotula
26 - Tibia
27 - Perone
28 - Calcaneo
29 - Ossa del tarso
30 - Grande metatarso
31 - Metatarso accessorio
32 - Prima, seconda e terza falange
33 - Osso navicolare
34 - Sterno

REGIONE PETTORALE



1- Collo
2- Spalla
3- Petto
4- Regione interascellare
5- Avambraccio
6- Stinco
7- Pastoia
8- Zoccolo o unghia
9- Torace
10- Ascella
11- Ginocchio
12- Nodello
13- Corona

REGIONI DEL TRONCO



Arti posteriori:
1- Punta dell'anca
2- Groppa
3- Linea sacra
4- Coscia
5- Natica
6- Punta della natica
7- Coda
8- Plica della grassella
9- Ventre
10- Grassella
11- Gamba
12- Piega del garretto
13- Stinco
14- Tendini
15- Nodello
16- Pastoia
17- Corona
18- Unghia
19- Punta del garretto
20- Plica della natica
21- Corda del garretto
22- Cavo del garretto
24- Sperone
25- Piega della pastoia
26- Calcagno

Arti anteriori:
1- Margine anteriore della spalla
2- Spalla
3- Gomito
4- Petto
5- Avambraccio
6- Ginocchio
7- Stinco
8- Nodello
9- Pastoia
10- Garrese
11- Dorso
12- Reni
13- Regione interascellare
14- Regione sterno costale posteriore
15- Regione toracica
16- Sperone
17- Corona

PARTI DEL COLLO



1- Parotide
2- Gola
3- Giugoli
4- Margine inferiore del collo
5- Punta del petto
6- Nuca
7- Margine superiore del collo
8- Garrese
9- Margine esteriore della spalla

APPARATO CIRCOLATORIO



1 - Ventricolo destro
2 - Ventricolo sinistro
3 - Orecchietta sinistra
4 - Orecchietta destra
5 - Vene polmonari
6 - Tronco branchio-cefalico comune. Arteria ascellare
7 - Arterie carotidi
8 - Arterie Vertebrali (sulla faccia mascellare esterna o facciale)
9 - Vena ascellare
10 - Arterie dorsali
11 - Arteria cervicale profonda
12 - Arteria cervicale profonda
13 - Arteria omerale
14 - Arteria omerale
15 - Vena safena interna
16 - Plesso venoso coronario
17 - Aorta
18 - Aorta
19 - Aorta addominale
20 - Vene e arteria renale
21 - Vena iliaca
22 - Vena cava caudale
23 - Grande meseraica
24 - Vena e arteria iliaca esterna
25 - Arterie sottosacrali
26 - Arterie coccigee
27 - Arteria femorale posteriore media
28 - Arteria tibiale posteriore
29 - Arteria dorsale del piede o pedidia
30 - Rete podofillosa
31 - Vena digitale comune palmare
32 - Vena ascellare
33 - Vena giugolare

APPARATO MUSCOLARE



1 - Massetere
2 - Buccinatore
3 - Temporale
4 - Orbicolare delle palpebre
5 - Depressore del labbro inferiore
6 - Elevatore comune labbro superiore e ala del naso
7 - Omotracheliano
8 - Sterno omerale
9 - Sterno cefalico
10 - Splenio
11 - Angolare della scapola
12 - Infraspinato
13 - Grosso estensore dell'avanbraccio
14 - Corto estensore dell'avanbraccio
15 - Estensore anteriore metacarpo
16 - Estensore anteriore falangi
17 - Flessore profondo falangi
18 - Legamento sopraspinoso dorsolombale
19 - Grandorsale
20 - Gluteo superficiale
21 - Fascia lata
22 - Bicipite femorale
23 - Semitendinoso
24 - Semimembranoso
25 - Fascia lombodorsale
26 - Estensore anteriore falangi
27 - Gastrocnemio
28 - Muscolo della coda

ORGANI INTERNI



1 - Cavità boccale
2 - Faringe
3 - Esofago
4 - Diaframma
5 - Aorta
6 - Stomaco
7 - Milza
8 - Intestino colon
9 - Intestino colon
10 - Fegato
11 - Intestino tenue
12 - Intestino cieco
13 - Intestino retto
14 - Foro anale
15 - Rene
16 - Vescica
17 - Apparato genito urinario

APPARATO RESPIRATORIO



1 - Faringe
2 - Esofago
3 - Trachea
4 - Narici
5 - Seni nasali
6 - Bronchi
7 - Bronchioli
8 - Polmone
9 - Cuore

giovedì 15 ottobre 2015

GB: è morta Orchid, una dei cavalli più vecchi del mondo

Londra, ottobre 2015 - Il giorno prima aveva avuto una colica e i veterinari del Remsus Horse Sanctuary hanno dovuto addormentarla per sempre: ma la vita di Orchid, 50 anni compiuti, è stata certamente lunga - anche se non sempre felice.
La giumenta è sicuramente uno dei pochi cavalli che hanno raggiunto il mezzo secolo di vita, un traguardo davvero notevole: durante la sua giovinezza aveva fatto la fattrice, poi era stata ricoverata al Remsus per maltrattamenti. Qui era stata subito amata da tutti, e nonostante la tristezza di averla persa i volontari del centro sono sereni perché sanno che Orchid ha avuto ancora lunghe giornate tranquille, piene di bei ricordi da portare via con sé.
E quanti, cavalli od umani, hanno la fortuna di poter dire altrettanto?..

martedì 13 ottobre 2015

Il CAITPR a Viterbo

Viterbo, ottobre 2015 - Giga è una cavalla di razza CAITPR. É nata nel 2007 in provincia dell'Aquila ed è arrivata nell'allevamento di Annalisa Parisi nel luglio del 2009; i cavalli non parlano ma sanno raccontare molto bene i propri trascorsi, basta leggere il loro comportamento.
Giga ha da poco compiuto 8 anni e oltre ad essere una cara amica, è parte inscindibile del GIGARITMIK, esempio unico di "interazione" tra due discipline come l'Equitazione e la Ginnastica Ritmica che della coordinazione e la sincronia fanno un obiettivo costante in continuo perfezionamento ed evoluzione.
Di seguito una breve relazione sulla riuscita dell’evento GigaRitmik che si è tenuto a Villa Buon Respiro nella settimana 5-9 ottobre 2015.
Villa Buon Respiro è una delle strutture ospedaliere in proprietà al San Raffaele SPA, specializzata nella Riabilitazione. All'interno dell'imponente complesso del 1600 nel quale è attivo un servizio legato alla neuro-psichiatria e neuro-psichiatria infantile, sorge il Centro di Riabilitazione Equestre, aperto ad utenze esterne e pazienti in un processo continuo di integrazione/interazione. 
Bambini: le impressioni degli Operatori del Centro di Riabilitazione Equestre
Buona la partecipazione dei bambini nei giochi ed esercizi proposti. I bambini hanno dimostrato un notevole interesse ed entusiasmo: sono rimasti attenti e concentrati per tutta la durata dell’attività (2 ore) interagendo con Giga, Fedra e Merlino con fiducia e senza timore, affidandosi agli operatori nell’affrontare le situazioni nuove ed anche quelle emotivamente più difficili.
I bambini solitamente meno motivati hanno reagito con voglia di fare e lanciandosi spontaneamente nei vari step quasi senza accorgersi della fatica che sostenevano.
Grazie alla concentrazione ottenuta i bambini sono stati capaci di comprendere e memorizzare sequenze complesse e di riproporle con facilità.
Inoltre il lavoro in gruppo, tra grandi e piccoli, operatori e animali, ha favorito il superamento delle proprie difficoltà. Ha giocato un ruolo fondamentale lo spirito di emulazione e di gioco poiché il guardare gli altri riuscire a raggiungere l’obiettivo è stato un grande espediente per trovare dentro sé il coraggio di lanciarsi verso la nuova esperienza.
La socializzazione tra pari è risultata decisamente migliore rispetto alla norma proprio grazie al lavoro di squadra.
Su 50 bambini inseriti nell’attività quotidianamente, solo 3 hanno reagito in modo non idoneo in quanto i loro disturbi comportamentali si sono amplificati rendendo difficile l’interazione positiva con gli altri.
Servizio Disabile Adulto: le impressioni della Dott.ssa Paola Marinaro
Hanno partecipato all’iniziativa 15 pazienti.
In generale abbiamo rilevato un rinnovato entusiasmo legato al proporre una nuova attività in un ambiente già conosciuto. L’aumento della motivazione si è tradotto in una partecipazione più attiva come richiesto dal programma, in un maggior coinvolgimento rispetto ai compiti assegnati e in un aumento dei tempi di attenzione.
I pazienti che hanno potuto ripetere una seconda volta l’esperienza hanno mostrato di ricordare gli esercizi già fatti e gli attrezzi necessari per svolgerli.
Si è potuto notare anche un aumento dell’integrazione tra pazienti di diversa età, di diversi servizi di provenienza, che ha dato luogo a un miglioramento dell’approccio relazionale.
Tutti i ragazzi hanno seguito le indicazioni degli istruttori esterni in maniera adeguata dimostrando rispetto e fiducia del ruolo e riuscendo in questo modo a cimentarsi in esercizi e giochi che comportavano l’affrontare difficoltà obiettive legate ai problemi motori e alle paure dei singoli partecipanti.
Su 15 pazienti solo 1 non ha partecipato.
Gli Adulti residenziali: le impressioni degli Operatori del centro di Riabilitazione Equestre
Per gli adulti residenziali i risultati sono stati decisamente eccellenti.
Tutti coinvolti, disponibili, responsabili in ogni momento, sempre presenti ed attenti. Alcuni di loro sono stati coinvolti nell’organizzare alcuni giochi insieme agli operatori svolgendo anche compiti di supporto agli altri partecipanti e soprattutto ai bambini.
Nessuno si è mai rifiutato di fare le cose proposte, anzi si sono mostrati propositivi ed attivi.
Alla fine di ogni giornata anche a parole raccontavano di essersi divertiti e di voler ripetere l’esperienza. Hanno socializzato alla perfezione e hanno messo in gioco tutte le proprie capacità di comprensione e riproduzione di esercizi e sequenze di gioco dimostrandosi sempre all’altezza del compito.
Hanno partecipato 19 pazienti per tutti e 5 i giorni della settimana.
CAITPR e Ginnastica Ritmica in un contesto nuovo: il punto di vista di Annalisa Parisi
Giga non è cavallo propriamente addestrato: Le è stato chiesto, fin dal suo arrivo nel mio Team, di "pensare autonomamente" in funzione di questo gioco che ci vede spesso in giro per la penisola in varie esibizioni, rispettando sempre i suoi tempi e i suoi timori.
Qualcuno la chiama arte equestre, qualcun altro forse più sensibile ci vede un rapporto in cui "rispetto, comprensione" sono la base di un meccanismo di integrazione che vede tante parti in campo con un'unica finalità: la leggerezza.
Probabilmente non è nemmeno troppo facile comprendere fino in fondo quello che sto scrivendo proprio perché la maggior parte delle persone prende con sé un cavallo per svariati altri legittimi motivi.
A me interessava, e non sapevo nemmeno bene io come all'inizio, poterci riuscire, creando una squadra nella quale ognuno avesse un ruolo ben preciso, delle responsabilità individuali e collettive onde poter far parte di un tutto che doveva esser non soltanto un'esibizione con un cavallo, ma principalmente un messaggio di dignità.
Oggi questa squadra si compone di tre tecnici federali della FIG (Federazione Italiana Ginnastica), Valentina Cocco, Marta Di Girolamo e Rossella Mariani; Giga ed io che mi occupo principalmente di aspetti organizzativi e della logistica di questo bizzarro "Progetto in fieri". A completare il quadro, due studenti della Facoltà di Agronomia di Padova: Irene Parovel e Francesco Ton che tra attività di stage e tirocini formativi ci accompagnano nelle trasferte del GIGARITMIK e di Passione CAITPR.
In panchina abbiamo la giovane Fedra (3 anni nel maggio scorso) che sebbene ci segua fin dai primi mesi di vita ancora non ha un ruolo preciso, nonostante abbia già iniziato a dichiarare le proprie preferenze; poi c'è il piccolo Merlino, arrivato nel giugno scorso, che è attualmente la nostra mascotte XXS.
Vedere un cavallo di circa 9 quintali che nell'immaginario collettivo è un cavallo da carne, fare questo genere di attività, di certo tocca tante sfere. Il CAITPR è una razza che nella storia ha svolto un ruolo fondamentale nell'agricoltura, nell'esercito al traino di cannoni ed artiglieria pesante... oggi cavallo selezionato per attività ludico-amatoriali che ce ne fanno apprezzare le qualità in termini di "HUMAN-SENSE".
E poi abbiamo avuto la fortuna (e l'onore più di tutto) di far parte di questa esperienza a Villa Buon Respiro, con gli ospiti del Centro. Una settimana, 5-6 ore di lavoro al giorno in un percorso formativo che in pochi giorni e in diverse situazioni, legate al cambio di ring, al meteo, alla presenza dei familiari e del personale del Centro, alle richieste crescenti per valutare il livello di comprensione e di memorizzazione dei percorsi proposti, di esercizi impostati con sequenze diverse legate al controllo e alla gestione del Cavallo alla voce, senza bardature e/o strumenti contenitivi.
Interazione, integrazione per esaltare le qualità di ognuno in rigorosa "autonomia" personale attraverso dei giochi e relazionandosi tra mattina e pomeriggio anche con gli altri frequentatori normo-dotati del CRE.
Ora, io non sono un medico e tante sfumature non riesco a coglierle, ma di certo ho visto gli occhi della maggior parte degli "attori in campo", la disponibilità nell'aiutarci a gestire i cavalli, ad anticiparci ogni giorno con puntualità nelle fasi preparatorie, a montare due volte al giorno i percorsi sempre diversi, a gestire gli attrezzi e a sistemare il tutto una volta terminati i lavori; mi lascia con la profonda soddisfazione che tutti si siano divertiti e con la consapevolezza, girando su e giù per l'Italia con i cavalli per buona parte dell'anno, che rare volte mi capita di trovare tanta disponibilità e volontà partecipativa in altri contesti legati al Cavallo.
In una società strutturata per etichettare ogni minimo gesto ed emozione questo genere di attività ricade nella sfera del sociale: dal mio punto di vista, meramente istintivo, mi vien da dire a fronte di questa esperienza, che in un immenso condominio di esistenze diverse, interazioni integrate di questo tipo ricadono nella nomenclatura originale del significato ormai perduto di "umanità", con le sue infinite sfaccettature.
Ci hanno invitati a tornare organizzando dei cicli di incontri mirati, per cui deduco che la settimana sia stata un'esperienza positiva per tutti.

GB: ai campionati nazionali di aratura non solo trattori, ma anche cavalli



Londra, ottobre 2015 - Il 10 e 11 ottobre scorsi a Marden, nel Kent, si sono tenuti i Campionati Nazionali di Aratura della Gran Bretagna: 200 aratori (ed aratrici!) che hanno combattuto sul filo dei loro vomeri, giudicati per regolarità dei solchi , profondità raggiunta e tempi impiegati.

Il tutto suddiviso in svariate categorie, dagli aratri attaccati dietro a modernissimi super-trattori fino a quelli che invece sono trainati dai cavalli.

Questi ultimi sono una della attrazioni preferite della manifestazione, e guardando queste due Clydesdale possiamo anche capire il perché: i trattori sono più potenti, ma collaborare con una forza motrice che guarda con attenzione a dove mettere i piedi per fare il lavoro nel modo migliore possibile dà tutta un'altra soddisfazione.

Per la cronaca loro sono Madge e Dolly guidate dal proprietario, signor Ian Williams ma le categorie a traino equino sono state vinte a mani basse da Jim Elliot che, se non ricordiamo male, attacca per lo più Shires. Rimane una curiosità: ma non c'era nemmeno un Suffolk Punch in gara? approfondiremo la questione e, nel caso vi interessasse, vi terremo informati.

lunedì 12 ottobre 2015

Cavallo imprigionato nella neve salvato da alcuni snowboarder

In Cile un cavallo rimane imprigionato nella neve ed è stato salvato da alcuni snowboarder.
A El Colorado c’è stata la prima tempesta di neve di quest’autunno e Rafaele Pease si è ritrovato sulle Ande del Cile con il suo snowboard insieme a un amico.
I due ragazzi, per puro caso, in lontananza, hanno notato la presenza di un cavallo intrappolato nella neve fresca.
L’animale aveva estrema necessità di aiuto. Se fosse rimasto lì, in quelle condizioni, sarebbe morto di freddo e di fame.
I due ragazzi hanno raggiunto il cavallo e scavando attorno alle zampe dell’animale hanno cercato di liberarlo.
Liberato il cavallo, i due giovani hanno offerto uno spuntino all’animale prima di ricondurlo verso la sua abitazione dalla padrona che aveva perso le sue tracce da ben quattro giorni.
Questo è l’esempio di un epilogo felice per un animale perso e in difficoltà, grazie all’aiuto dell’uomo.

Un cavallo s'imbizzarrisce e ferisce quattro persone

L’animale imbizzarrito 
 Quattro persone sono rimaste ferite, una delle quali in modo grave, domenica pomeriggio a Rho, durante il palio delle contrade. Un cavallo si è imbizzarrito durante la sfilata e, dopo aver disarcionato la figurante che era in sella, ha travolto prima due pensionati lungo la strada e infine una donna, che si è messa davanti all’animale per difendere i figli. L’episodio è accaduto domenica, verso le 16.40, in largo Kennedy all’angolo con via Madonnina, in occasione della sfilata storica che attraversa le contrade di Rho. Il cavallo stava partecipando al corteo: in sella c’era una donna che impersonava la castellana della contrada di Terrazzano, mentre una ragazza le camminava come palafreniere al fianco, tenendo l’animale per le briglie. Forse a causa del rumore dei tamburi e della musica, il cavallo si è spaventato e si è impennato.
Dopo essersi liberato dal palafreniere ed aver fatto cadere di sella la figurante, l’animale ha iniziato a correre travolgendo un pensionato di 85 anni e una donna di 77, che si trovavano al bordo della strada. La sua corsa è continuata per altri 50 metri, fino a una gelateria: qui a un tavolino erano seduti una madre con i figli. La donna, per evitare che potessero essere travolti i ragazzi, si è messa di fronte al cavallo ed è stata colpita con uno zoccolo al braccio. A quel punto l’animale si è calmato ed è stato bloccato da alcuni poliziotti.
  I quattro feriti sono stati subito soccorsi. Il più grave è un pensionato di 85 anni: l’uomo è stato colpito dagli zoccoli in più parti del corpo e , cosa più grave, nella caduta ha battuto la testa. Trasportato in ospedale, è stato ricoverato in codice rosso, con un trauma cervicale. In considerazione della gravità del trauma e delle patologie correlate alla sua età, la situazione è gravissima e la prognosi è riservata. Hanno dovuto ricorrere alle cure dei medici anche tre donne, due di 55 e 77 anni e la madre dei ragazzi, di 42 anni. La sfilata del palio è stata immediatamente sospesa.
 Era l’ultimo anno che Nicoletta Broggi, 55 anni, impersonava la castellana. «Mia mamma è ancora in ospedale, sta meglio, ma oggi sarà visitata da un ortopedico», racconta il figlio. «Quando il cavallo ha cominciato a correre lei è caduta sul lato sinistro e ha battuto la testa e una gamba, riportando contusioni, ma per ora pare nessuna frattura. Ieri eravamo tutti sotto choc, solo oggi cominciamo a realizzare, ma è stato terribile», spiega il giovane. «Mia mamma impersona da tempo il ruolo la castellana della contrada di Terrazzano al palio, ma quest’anno voleva rinunciare e lasciare il posto a una ragazza più giovane. Sarebbe stato comunque il suo ultimo anno. Non avremmo mai pensato a nulla di simile».

sabato 10 ottobre 2015

Manifesto Vigone 2015

Ciao a tutti, amanti dei cavalli! Oggi è uscito il catalogo 2015 della Fiera del Mais e dei Cavalli che si terrà a Vigone (TO) dal 16 al 18 ottobre. Ve lo pubblico qui sotto in formato pdf.
Per altre informazioni visitare il sito terredelmais.it
http://www.terredelmais.it/public/maiscavalli_2015_compressed.pdf

Cagliari: feriti due cavalli

Un incidente annunciato quello avvenuto ieri pomeriggio nella Via Santa Margherita, nel centro di Cagliari, che dimostra e conferma come la pratica di sfruttare i cavalli per trainare carrozze nella nostra città sia oltre che eticamente inaccettabile anche dannosa e pericolosa sia per gli animali che per le persone. I cavalli infatti percorrono strade trafficate, percorse anche da automobili, autobus, senza alcuna protezione in caso di incidenti. Nonostante da settimane la Via Santa Margherita sia ristretta a causa di lavori il servizio con le carrozze non è stato sospeso e il percorso non è stato variato. L’incidente è stato quindi inevitabile e prevedibile. 
 Cavalli costretti a camminare nel traffico cittadino, sotto il sole estivo, inerpicandosi nelle tante salite del centro storico di Cagliari, a respirare i gas di scarico delle auto, a stare fermi guardando il nulla in attesa ripartire una volta che la carrozza è piena di turisti (fino a 20 persone), senza fare nulla di quello che dovrebbe appartenere alla vita di un cavallo. “Non siamo riusciti ad avere notizie precise sulle condizioni di salute dei cavalli – dichiara Roberto Corona della LAV di Cagliari – la polizia municipale ha parlato di traumi agli arti inferiori e che è intervenuto un veterinario privato chiamato dal conducente della carrozza a prestare soccorso ai cavalli, ma non sappiamo quale è l’entità dell’infortunio e quali conseguenze avrà sui cavalli”.
La Lav di Cagliari, che recentemente ha preso parte ad un flash mob di protesta contro l’uso delle carrozze a trazione animale e che ha documentato con foto e video le condizioni dei cavalli chiede all’amministrazione comunale di revocare la licenza ai vetturini e che questa pratica anacronistica venga bandita definitivamente in una moderna città turistica.

Cagliari,la carrozza turistica finisce in una buca: feriti due cavalli

La dura protesta degli animalisti: assurdo sfruttare gli animali in queste condizioni

Autore: Redazione Casteddu Online il 08/10/2015 14:25


Cagliari,la carrozza turistica finisce in una buca: feriti due cavalli
Un incidente annunciato quello avvenuto ieri pomeriggio nella Via Santa Margherita, nel centro di Cagliari, che dimostra e conferma come la pratica di sfruttare i cavalli per trainare carrozze nella nostra città sia oltre che eticamente inaccettabile anche dannosa e pericolosa sia per gli animali che per le persone. I cavalli infatti percorrono strade trafficate, percorse anche da automobili, autobus, senza alcuna protezione in caso di incidenti. Nonostante da settimane la Via Santa Margherita sia ristretta a causa di lavori il servizio con le carrozze non è stato sospeso e il percorso non è stato variato. L’incidente è stato quindi inevitabile e prevedibile.
Cavalli costretti a camminare nel traffico cittadino, sotto il sole estivo, inerpicandosi nelle tante salite del centro storico di Cagliari, a respirare i gas di scarico delle auto, a stare fermi guardando il nulla in attesa ripartire una volta che la carrozza è piena di turisti (fino a 20 persone), senza fare nulla di quello che dovrebbe appartenere alla vita di un cavallo.
“Non siamo riusciti ad avere notizie precise sulle condizioni di salute dei cavalli – dichiara Roberto Corona della LAV di Cagliari – la polizia municipale ha parlato di traumi agli arti inferiori e che è intervenuto un veterinario privato chiamato dal conducente della carrozza a prestare soccorso ai cavalli, ma non sappiamo quale è l’entità dell’infortunio e quali conseguenze avrà sui cavalli”.
La Lav di Cagliari, che recentemente ha preso parte ad un flash mob di protesta contro l’uso delle carrozze a trazione animale e che ha documentato con foto e video le condizioni dei cavalli chiede all’amministrazione comunale di revocare la licenza ai vetturini e che questa pratica anacronistica venga bandita definitivamente in una moderna città turistica.
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Cagliari,la carrozza turistica finisce in una buca: feriti due cavalli

La dura protesta degli animalisti: assurdo sfruttare gli animali in queste condizioni

Autore: Redazione Casteddu Online il 08/10/2015 14:25


Cagliari,la carrozza turistica finisce in una buca: feriti due cavalli
Un incidente annunciato quello avvenuto ieri pomeriggio nella Via Santa Margherita, nel centro di Cagliari, che dimostra e conferma come la pratica di sfruttare i cavalli per trainare carrozze nella nostra città sia oltre che eticamente inaccettabile anche dannosa e pericolosa sia per gli animali che per le persone. I cavalli infatti percorrono strade trafficate, percorse anche da automobili, autobus, senza alcuna protezione in caso di incidenti. Nonostante da settimane la Via Santa Margherita sia ristretta a causa di lavori il servizio con le carrozze non è stato sospeso e il percorso non è stato variato. L’incidente è stato quindi inevitabile e prevedibile.
Cavalli costretti a camminare nel traffico cittadino, sotto il sole estivo, inerpicandosi nelle tante salite del centro storico di Cagliari, a respirare i gas di scarico delle auto, a stare fermi guardando il nulla in attesa ripartire una volta che la carrozza è piena di turisti (fino a 20 persone), senza fare nulla di quello che dovrebbe appartenere alla vita di un cavallo.
“Non siamo riusciti ad avere notizie precise sulle condizioni di salute dei cavalli – dichiara Roberto Corona della LAV di Cagliari – la polizia municipale ha parlato di traumi agli arti inferiori e che è intervenuto un veterinario privato chiamato dal conducente della carrozza a prestare soccorso ai cavalli, ma non sappiamo quale è l’entità dell’infortunio e quali conseguenze avrà sui cavalli”.
La Lav di Cagliari, che recentemente ha preso parte ad un flash mob di protesta contro l’uso delle carrozze a trazione animale e che ha documentato con foto e video le condizioni dei cavalli chiede all’amministrazione comunale di revocare la licenza ai vetturini e che questa pratica anacronistica venga bandita definitivamente in una moderna città turistica.
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Cagliari,la carrozza turistica finisce in una buca: feriti due cavalli

La dura protesta degli animalisti: assurdo sfruttare gli animali in queste condizioni

Autore: Redazione Casteddu Online il 08/10/2015 14:25


Cagliari,la carrozza turistica finisce in una buca: feriti due cavalli
Un incidente annunciato quello avvenuto ieri pomeriggio nella Via Santa Margherita, nel centro di Cagliari, che dimostra e conferma come la pratica di sfruttare i cavalli per trainare carrozze nella nostra città sia oltre che eticamente inaccettabile anche dannosa e pericolosa sia per gli animali che per le persone. I cavalli infatti percorrono strade trafficate, percorse anche da automobili, autobus, senza alcuna protezione in caso di incidenti. Nonostante da settimane la Via Santa Margherita sia ristretta a causa di lavori il servizio con le carrozze non è stato sospeso e il percorso non è stato variato. L’incidente è stato quindi inevitabile e prevedibile.
Cavalli costretti a camminare nel traffico cittadino, sotto il sole estivo, inerpicandosi nelle tante salite del centro storico di Cagliari, a respirare i gas di scarico delle auto, a stare fermi guardando il nulla in attesa ripartire una volta che la carrozza è piena di turisti (fino a 20 persone), senza fare nulla di quello che dovrebbe appartenere alla vita di un cavallo.
“Non siamo riusciti ad avere notizie precise sulle condizioni di salute dei cavalli – dichiara Roberto Corona della LAV di Cagliari – la polizia municipale ha parlato di traumi agli arti inferiori e che è intervenuto un veterinario privato chiamato dal conducente della carrozza a prestare soccorso ai cavalli, ma non sappiamo quale è l’entità dell’infortunio e quali conseguenze avrà sui cavalli”.
La Lav di Cagliari, che recentemente ha preso parte ad un flash mob di protesta contro l’uso delle carrozze a trazione animale e che ha documentato con foto e video le condizioni dei cavalli chiede all’amministrazione comunale di revocare la licenza ai vetturini e che questa pratica anacronistica venga bandita definitivamente in una moderna città turistica.
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Cagliari,la carrozza turistica finisce in una buca: feriti due cavalli

La dura protesta degli animalisti: assurdo sfruttare gli animali in queste condizioni

Autore: Redazione Casteddu Online il 08/10/2015 14:25


Cagliari,la carrozza turistica finisce in una buca: feriti due cavalli
Un incidente annunciato quello avvenuto ieri pomeriggio nella Via Santa Margherita, nel centro di Cagliari, che dimostra e conferma come la pratica di sfruttare i cavalli per trainare carrozze nella nostra città sia oltre che eticamente inaccettabile anche dannosa e pericolosa sia per gli animali che per le persone. I cavalli infatti percorrono strade trafficate, percorse anche da automobili, autobus, senza alcuna protezione in caso di incidenti. Nonostante da settimane la Via Santa Margherita sia ristretta a causa di lavori il servizio con le carrozze non è stato sospeso e il percorso non è stato variato. L’incidente è stato quindi inevitabile e prevedibile.
Cavalli costretti a camminare nel traffico cittadino, sotto il sole estivo, inerpicandosi nelle tante salite del centro storico di Cagliari, a respirare i gas di scarico delle auto, a stare fermi guardando il nulla in attesa ripartire una volta che la carrozza è piena di turisti (fino a 20 persone), senza fare nulla di quello che dovrebbe appartenere alla vita di un cavallo.
“Non siamo riusciti ad avere notizie precise sulle condizioni di salute dei cavalli – dichiara Roberto Corona della LAV di Cagliari – la polizia municipale ha parlato di traumi agli arti inferiori e che è intervenuto un veterinario privato chiamato dal conducente della carrozza a prestare soccorso ai cavalli, ma non sappiamo quale è l’entità dell’infortunio e quali conseguenze avrà sui cavalli”.
La Lav di Cagliari, che recentemente ha preso parte ad un flash mob di protesta contro l’uso delle carrozze a trazione animale e che ha documentato con foto e video le condizioni dei cavalli chiede all’amministrazione comunale di revocare la licenza ai vetturini e che questa pratica anacronistica venga bandita definitivamente in una moderna città turistica.
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