Lo zoccolo del cavallo e delle altre specie del genere Equus è la scatola cornea che ricopre la terza falange, l'osso navicolare e la porzione distale della seconda falange. Il noto detto No hoof, no horse
(niente zoccolo, niente cavallo) esprime con efficacia l'importanza
cruciale della salute e della robustezza dello zoccolo per il benessere e
l'usabilità del cavallo stesso.
Sia gli equini selvatici che gli equini inselvatichiti possiedono
zoccoli di straordinaria solidità e salute, che permettono qualsiasi
andatura su qualsiasi tipo di terreno; è interessante notare che il Mustang
nordamericano non è una razza, ma un insieme di molte razze di cavalli,
e quindi la robustezza potenziale dello zoccolo è un tratto comune a
molte, e forse a tutte, le razze equine domestiche.
Il recente Barefoot movement sostiene che tale robustezza potenziale può essere recuperata anche nel cavallo domestico, con appropriate tecniche di pareggio e di gestione, rendendo così inutile la tradizionale ferratura.
Cenni di anatomia dello zoccolo del cavallo
Zoccolo sferrato, vista laterale. Nel dettaglio: corona (1), muraglia
(2), punta (3), quarto (4), tallone (5), glomo (6), piccolo pastorale o
seconda falange (7)
Lo zoccolo del cavallo è costituito da una serie di strutture costituite da materiale corneo,
di diversa durezza ed elasticità; ricopre la sottostante struttura
scheletrica, costituita dalla terza falange digitale, chiamata osso triangolare per la sua forma. In alto, il limite fra cute coperta di pelo e zoccolo prende il nome di corona,
ed ha una forma circolare inclinata obliquamente verso il basso
dall'avanti all'indietro. Dalla corona, origina la superficie esterna
dello zoccolo, l'unghia vera e propria, chiamata muraglia; a causa dell'inclinazione della corona, la muraglia è molto più lunga anteriormente (punta della muraglia), di lunghezza intermedia nella parte laterale (quarti della muraglia) e ha la lunghezza minima nell'estremità postero-laterale (talloni).
La muraglia non avvolge completamente lo zoccolo; i talloni sono
infatti separati da una struttura duro-elastica, di consistenza analoga
alla gomma dura, chiamata fettone.
Al di sopra della corona, in corrispondenza dei talloni e del fettone,
lo zoccolo presenta due bozze leggermente rilevate, ovalari, chiamate glomi.
Zoccolo sferrato, vista dal fondo. Dettagli: perioplio del tallone (1),
glomo (2), fettone (3), lacuna centrale (4), lacuna collaterale (5),
tallone (6), barra (7), angolo di inflessione (8), muraglia pigmentata
(9)(strato esterno), muraglia non pigmentata (10) (strato interno),
linea bianca (11), punta del fettone (12), suola (13), punta dello
zoccolo (14), guida per la misura della larghezza (15) (linea azzurra
tratteggiata), quarto (16), guida per la misura della lunghezza (17)
(linea azzurra tratteggiata)
Se si solleva lo zoccolo, e se ne esamina la superficie inferiore, è
possibile notare che la muraglia, tutt'attorno, ne costituisce il
margine esterno. Più all'interno, è molto evidente la forma del fettone,
triangolare, con la punta rivolta in avanti; al margine del fettone si
osservano due fessure, di profondità crescente dall'avanti all'indietro,
chiamate lacune collaterali. Si noti anche che la muraglia, in
corrispondenza dei talloni, si ripiega bruscamente all'interno e
continua al di sotto dello zoccolo, delimitando la faccia esterna delle
lacune collaterali e spingendosi per vari centimetri in avanti,
parallelamente al fettone; queste ripiegature prendono il nome di barre.
Lo spazio compreso fra la muraglia esterna e le strutture centrali
(barre, lacune collaterali, fettone) è riempito di materiale corneo di
consistenza variabile, chiamata suola.
Si noti infine che, tutt'attorno alla corona, la muraglia è coperta,
per un paio di centimetri, da un sottile strato di materiale corneo
opaco, che verso il basso sparisce rivelando la superficie liscia e
lucida della muraglia. Si tratta del perioplio. Nella parte
posteriore dello zoccolo, il perioplio è più spesso, assume una
consistenza gommosa analoga a quella del fettone, ricopre buona parte
della superficie esterna dei talloni e si fonde con la parte posteriore
del fettone.
Caratteristiche meccaniche e funzioni delle varie parti della superficie dello zoccolo
La muraglia
La muraglia va immaginata come una robusta "armatura" che riveste e
protegge le strutture interne sensibili dello zoccolo, analogamente all'esoscheletro degli insetti,
e come quello svolge anche una funzione di supporto del peso e di
dissipazione delle forze statiche e dinamiche. La sua consistenza è
tenace ed elastica, abbastanza simile a quella di una lastra di teflon;
lo spessore varia da circa 6 a circa 12 mm. Ad un esame più attento,
risulta costituita da tre strati sovrapposti: dall'esterno all'interno,
lo strato pigmentato, lo strato non pigmentato e la linea bianca.
Lo strato pigmentato viene prodotto in corrispondenza della
corona, e il suo colore corrisponde al colore del pelo immediatamente
adiacente alla corona stessa; se il pelo della corona presenta macchie,
ognuna delle macchie si trasforma, nella muraglia, in una striscia
pigmentata parallela, che si estende verso il basso evidenziando la
direzione della crescita della muraglia (zoccolo striato). Ha
prevalentemente una funzione di protezione, e le sue caratteristiche
meccaniche la rendono inadatto a svolgere una funzione di supporto del
peso; nel punto in cui tocca il suolo, tende a scheggiarsi e a
slabbrarsi.
Lo strato non pigmentato non viene prodotto dalla corona, ma dal corion, ossia dallo strato vivo
di tessuto sottostante alla muraglia; strati successivi di materiale
corneo vengono pertanto aggiunti alla muraglia, man mano che questa,
crescendo, si sposta verso il terreno. Lo spessore dello strato non
pigmentato quindi cresce progressivamente dall'alto al basso, ed alla
fine raggiunge i 2/3 circa dello spessore totale della muraglia. Dotato
di ottime caratteristiche meccaniche, è deputato alla funzione di
supporto e resiste molto bene al contatto con il suolo.
La linea bianca è lo strato più interno, di consistenza più
tenera e di struttura fibrosa; ha un colorito giallastro ed emerge sulla
superficie inferiore dello zoccolo come un sottile confine fra la
muraglia e la suola. La linea bianca rappresenta il punto di
congiunzione fra la muraglia e le strutture interne sensibili dello
zoccolo; ogni alterazione visibile della linea bianca indica una
alterazione delle delicate, ed importantissime connessioni che "legano"
la muraglia ai tessuti ed allo scheletro sottostante, e un'analoga
alterazione del corion. A causa della sua consistenza piuttosto ridotta,
va incontro ad una rapida usura nel punto di affioramento, e si
riconosce, in realtà, come un sottile solco fra muraglia e suola, spesso
contenente terra o granelli di sabbia.
I tre strati della muraglia sono fusi in un'unica massa e crescono
insieme verso il basso. Se la naturale usura non li consuma
regolarmente, con il tempo finiscono per sporgere dal piano della suola
di molti millimetri o anche - in caso di trascuratezza del proprietario -
di molti centimetri.
La muraglia costituisce il punto d'appoggio del ferro,
e i chiodi vengono applicati obliquamente, entrando dalla linea bianca e
attraversando verso l'esterno i vari strati, per emergere dallo strato
pigmentato a 15–20 mm dal margine inferiore dello zoccolo.
Il fettone
Il fettone è una struttura triangolare, con la punta in avanti, che
si estende per circa 2/3 della lunghezza della suola, a partire
dall'estremità posteriore della suola. Il suo spessore cresce in senso
antero-posteriore, e posteriormente sfuma nel perioplio dei talloni.
Centralmente, presenta un solco chiamato lacuna centrale, che si estende
posteriormente verso l'alto, separando in parte i glomi.
Ha un colore nerastro, e una particolare consistenza gommosa, indizio
della sua funzione di "ammortizzatore elastico" e di "punto di presa"
su superfici dure e potenzialmente scivolose. Cresce verso il basso e,
nel cavallo stabulato, si consuma per fenomeni di degradazione
batterica, più che per vera e propria usura. Nel cavallo domestico la
sua superficie inferiore appare quindi spesso sfrangiata, molle e
irregolare.
Anatomicamente, è l'equivalente della punta delle dita dell'uomo.
La suola
La suola, in genere bianco-giallastra, meno frequentemente debolmente
pigmentata, riempie tutto lo spazio all'interno del margine inferiore
della muraglia. In profondità, la suola è costituita da un materiale
traslucido, ceroso, chiamato "suola viva" o "suola buona". In
superficie, la suola assume consistenza variabile in funzione della
presenza o dell'assenza del contatto con il suolo e dal movimento. Se il
contatto manca (per eccessiva lunghezza delle muraglie, presenza del
ferro o scarso movimento) la superficie della suola assume un aspetto
farinoso e friabile, facilmente asportabile grattandola leggermente; se
invece il contatto è presente, e il movimento adeguato, la suola si
compatta in un materiale molto duro, liscio, lucido (callo della suola),
di consistenza poco inferiore a quello della muraglia, con un fenomeno
sostanzialmente analogo alla formazione della callosità delle piante dei
piedi scalzi e delle zone più stimolate del palmo delle mani nell'uomo.
Le barre
Originano dalla muraglia dei talloni, con un brusco angolo all'interno e in avanti chiamato angolo di inflessione,
e decorrono parallelamente al margine posteriore del fettone
delimitando esternamente la lacuna collaterale. Hanno una struttura in
tre strati, analoga a quella della muraglia esterna, e un'analoga
consistenza. Normalmente pressoché verticali, in caso di crescita
eccessiva tendono a ripiegarsi verso l'esterno, adagiandosi sulla
superficie della suola e talora venendone apparentemente inglobate.
Le strutture interne
Sezione sagittale di uno zoccolo naturale, non ferrato. Rosa: tessuti
molli; grigio chiaro: ossa (falangi e navicolare); azzurro: tendini;
rosso: corion vivo; giallo: cuscinetto plantare; grigio scuro: fettone;
arancio: suola; marrone: muraglia)
La terza falange (osso triangolare),
completamente coperta dallo zoccolo, ha una forma semilunare, concava
in basso; la superficie esterna corrisponde alla parte anteriore della
muraglia. Fra il triangolare e la muraglia, il corion vivo, il "letto
ungueale" che costituisce la parte viva della muraglia ed è formato
dalle "lamine", strutture dermoepidermiche riccamente vascolarizzate
che, fra l'altro, permettono la stretta connessione fra triangolare e
muraglia. . Nella parte posteriore dello zoccolo, fra i talloni, il
fettone e le strutture più profonde è interposto il cuscinetto plantare,
costituito da tessuto fibroadiposo nel puledro, destinato a
trasformarsi in robusto tessuto fibrocartilagineo nel cavallo adulto
sano. Più in profondità, il tendine flessore profondo, che si connette
al triangolare dopo aver superato l'osso navicolare, che funge da
"puleggia".
Il meccanismo dello zoccolo
Impronte di zoccoli sferrati sulla neve. A sinistra, l'anteriore, più
rotondo. Notare l'ampio contatto delle strutture dello zoccolo con il
suolo.
Lo zoccolo non è una struttura rigida, ma elastica e flessibile; la
deformazione fisiologica dello zoccolo caricato dal peso prende il nome
di elaterio.
Per comprendere come tale movimento avviene, è necessario notare che
la superficie inferiore dello zoccolo non è piana, ma è incavata a
coppa; l'incavo, di profondità variabile attorno a 1-1,5 cm, raggiunge
la massima profondità in corrispondenza dell'apice del fettone. Oltre
che essere incavato, lo zoccolo di conformazione naturale ha il margine
inferiore ed esterno, costituito dalla muraglia, arcuato dall'avanti
all'indietro; appoggiato al suolo senza carico, lo tocca solo in
corrispondenza della punta e dei talloni, e ne resta sollevato nella
zona centrale.
I punti di contatto dello zoccolo su una superficie dura e liscia, senza carico, prendono il nome di punti di contatto attivo.
Poiché la suola reagisce al contatto con il suolo trasformandosi in
"callo", ossia diventando più dura, i punti di contatto attivo in
corrispondenza della punta non sono visibili come aree di maggiore
usura, ma piuttosto come punti leggermente sporgenti della superficie.
Sotto carico, lo zoccolo si deforma in modo complesso. L'arco
plantare si appiattisce, la concavità plantare si riduce, e i talloni si
allontanano uno dall'altro. Il diametro dello zoccolo aumenta; lo
zoccolo assume la sua configurazione dilatata. Al suo interno,
l'osso triangolare si abbassa leggermente spostandosi rispetto alla
muraglia. Da notare anche che la deformazione sotto carico causa una
depressione all'interno dello zoccolo, subito compensata da un afflusso
sanguigno (fase di diastole).
Quando il carico cessa, lo zoccolo riassume elasticamente la sua forma contratta, la pressione al suo interno aumenta e ne consegue l'efflusso del sangue (fase di sistole).
Queste deformazioni si ripetono ad ogni passo, e, durante il
movimento, sono rese più complesse dal fatto che il punto di massimo
carico varia durante l'avanzamento del passo. Infatti, si trova a
livello del tallone nel momento dell'atterraggio dello zoccolo sul
suolo, per portarsi poi in avanti e concentrarsi sulla punta, nel
momento della massima spinta in avanti, e immediatamente prima dello
stacco (breakover) dal suolo.
Durante la fase di carico, molte aree dello zoccolo toccano il suolo
(aree contatto "passivo"). Nel caso frequente che il suolo non sia
liscio e rigido, ma deformabile o irregolare, il contatto passivo
avviene in qualsiasi punto della superficie inferiore (muraglia, suola,
barre, fettone), con la sola eccezione delle parti più profonde delle
lacune collaterali.
Il meccanismo dello zoccolo favorisce la circolazione sanguigna
all'interno dello zoccolo stesso ed inoltre contribuisce all'efficienza
della circolazione generale, incrementando il ritorno venoso al cuore
con conseguente aumento della gittata cardiaca.
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